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La vera libertà passa attraverso tragitti anche tortuosi |
“Non c’è vera libertà senza libertà di scelta. E non c’è vera
libertà di scelta senza conoscenza. (Dott. Michele Riefoli)”
…quando si compie una scelta che riguarda noi stessi e quella
scelta ci fa stare bene dovremmo goderci il benessere, testimoniarlo (quel benessere),
magari fungere da esempio e forse… fermarsi lì. Non andare pericolosamente
oltre, se non si è in grado di affrontare quell’OLTRE in maniera veramente
costruttiva. Infatti, oltre ci può essere la superbia, l’arroganza. Oltre si
rischia di diventare presuntuosi, di elevarsi, di giudicare.
Il giudizio è causa di tanti malesseri.
Fa stare male chi ne è vittima, ma alla lunga anche chi ne è autore
paga lo scotto dei suoi giudizi. Se il GIUDICATORE impiegasse meglio le sue
energie non ci sarebbero ristagni nel suo pensiero, non si produrrebbero fermentazioni
nocive per il suo spirito e il suo stomaco.
C’è modo e modo, in tutte le cose. Anche il bene può essere
propagato in un modo giusto e in un modo sbagliato. Nel primo caso aumenteranno
le aree di benessere intorno a noi. Nel secondo non solo non si contribuirà al
benessere di nessuno, ma il messaggio che passerà sarà di profonda
contraddizione con lo scopo stesso che ci si voleva prefiggere.
Quando scegliamo di abbracciare uno stile, una causa, un
comportamento che reputiamo “nobile, giusto”, non dimentichiamo mai di
mantenerci anche umili.
Quando grazie alla conoscenza si diventa in grado di scegliere,
insieme alla libertà di scelta non dimentichiamoci di praticare il sano
rispetto per le scelte altrui.
Solo così la cosa più giusta sarà anche la più saggia.
La giustizia senza saggezza è come una preghiera senza la fede o
come una poesia senza l’ispirazione.
La citazione iniziale è di un docente che vi ho già presentato (in questo
post http://terryesprime.blogspot.it/2013/09/lauspicabile-leggerezza-dellessere.html)
che riesce a trasmettere le sue conoscenze approfondite in materia di
alimentazione e benessere naturale in maniera non solo chiara e semplice, ma
anche con profonda umiltà e con rispetto, permettendo così a chi attinge alle
sue fonti di scegliere in modo davvero libero e consapevole, senza perdere di vista l'unicità del proprio percorso e il rispetto per quello degli altri.
Oggi vi propongo un piatto unico composto, in cui ho abbinato
uno pseudo cereale, la quinoa, che vi ho già proposto in altre occasioni (come
questa http://terryesprime.blogspot.it/2013/11/osservare-e-un-pomeditare.html
o questa http://terryesprime.blogspot.it/2013/05/la-primavera-viaggia-su-una-barca-vela.html)
con due diversi vegetali (il finocchio e il cavolo rosso).
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Quinoa e trittico vegetale |
Ingredienti:
-
quinoa (io
uso quella che non ha bisogno di ammollo)
-
cavolo rosso
-
finocchi
-
erbe
aromatiche
-
olio evo
-
salsa di
soia
-
per il
patè di cavolo rosso: olive nere, capperi, pinoli
Sciacquate,
versate la quinoa in una pentola, aggiungete acqua (per ogni volume di quinoa,
ce ne vogliono almeno due di acqua) e cuocete. Potete sostituire un volume di
acqua con altrettanto di latte di cocco per un gusto un po’ più dolce ed
esotico. Ci vorranno circa 15/20 minuti per la cottura.
Potete
servire la quinoa con un trittico vegetale: finocchio e cavolo rosso stufati e
patè di cavolo rosso.
Per
il finocchio:
lavate
e tagliate a striscioline il finocchio e stufatelo in un tegame con un filo
d’olio, un po’ d’acqua ed erbe aromatiche a scelta (io ho usato un po’ di
origano).
Per
il cavolo rosso:
tagliatelo
a strisce e stufatelo in un tegame con un filo d’olio, acqua, un cucchiaio di
salsa di soia.
Potete
poi frullare parte di questo cavolo rosso con un cucchiaio di lievito
alimentare secco, qualche oliva nera, qualche pinolo e una manciatina di
capperi dissalati.