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Atmosfere zen autunnali |
Penso
che una delle prime qualità che rende grandi le persone sia l’umiltà. Non mi
stancherò mai di pensarlo, di ripeterlo, e ripetermelo.
Purtroppo,
invece, quella più diffusa è la presunzione.
Ci
si sente “arrivati” dopo aver compiuto solo un passo in più rispetto
all’inizio; ci si sente preparati sulla base di pezzi di carta che ci danno dei
titoli, che ci cuciono addosso dei ruoli.
Per
evolvere invece come persone, prima ancora che come manager, imprenditori o
professionisti di ogni genere, occorre non sentire mai soddisfatta la sete del buon sapere, anzi che sia sempre attiva la volontà di rendersi sempre più simili a
“se stessi”.
Eh
sì, perché l’umiltà deve passare innanzitutto attraverso l’accettazione di
quello che siamo, con i nostri limiti e i nostri talenti, senza avere paura dei
primi e senza identificarci solamente nei secondi.
Non
bisogna mai considerare separatamente le proprie peculiarità. Anche mentre
stiamo insegnando qualcosa a qualcuno, allo stesso tempo non dobbiamo
dimenticare che, in altri mille ambiti, anche noi siamo degli allievi. Ed è
così che ci sentiremo maggiormente in empatia con chi abbiamo davanti. Siamo
tutti allievi e maestri al cospetto di quella grande esperienza che si chiama
VITA.
Siamo
così abituati a recitare dei ruoli, che spesso dimentichiamo che quello che più
conta è nascosto sotto tonache, divise, abiti di lavoro. E allora può accadere
che diventiamo sempre più simili a ciò che ci si aspetta da noi…e pian piano non
abbiamo più il coraggio di essere e mostrarci per ciò che semplicemente siamo.
L’umiltà,
oltre che una linea guida per sé stessi, è anche un segno di rispetto verso gli
altri.
A
cosa serve ostentare una pur acquisita eccellenza? Ad accrescere l’ego? A
sminuire chi è su quello stesso nostro cammino ma ancora è insicuro, indifeso,
debole?
Quello
che valiamo, come persone, non dipende mai dalle abilità che andiamo
sbandierando. Si può essere persone eccezionali, pur essendo gli ultimi della
classe. O viceversa, si può essere persone eccezionali essendo i primi della
classe che, senza ostentare il proprio stato, danno una mano a chi invece si trova
in difficoltà.
L’umiltà
è una mano tesa verso gli altri, è un inchino alla grandezza e alla varietà
dell’Universo, un atto di apertura verso insegnamenti sempre nuovi e necessari.
L’esperienza
ha poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà.
(Michelangelo)
(Michelangelo)
E
adesso umilmente vi presento un piatto semplice e gustoso. Spero che vi verrà
voglia di prepararlo, anche con vostre eventuali varianti. I funghi hanno il
sapore dell’autunno, dei boschi, delle passeggiate in mezzo agli alberi…sono un
alimento ricco di sali minerali, di vitamine del gruppo B, di sostanze
antiossidanti, povero in calorie (…ovviamente dipende poi da come li cuciniamo
e dai condimenti che usiamo…) e da secoli i funghi sono ritenuti capaci di
rafforzare il sistema immunitario.
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Cupoletta di quinoa ai funghi porcini |
Ingredienti:
-
quinoa
-
funghi misti
-
olio,
sale, curcuma, prezzemolo
-
latte di
riso aromatizzato al cocco
Preparazione:
Lessate
la quinoa secondo le istruzioni e i tempi riportati nella confezione (in genere
cuoce in 20 minuti. Bisogna sciacquarla e versarla in una dose di acqua
bollente pari al doppio del suo volume. Per un gusto più esotico potete
sostituire una parte di acqua con latte di riso aromatizzato al cocco). Tenete
da parte o versate la quinoa in uno stampo.
In
una padella versate un filo d’olio, mezzo spicchio d’aglio (ma si può anche
omettere). Aggiungete i funghi, una spolverata di prezzemolo (io ho usato
quello essicato in polvere), un pizzico di curcuma, qualche filettino di carota
(a piacere) e lasciate cuocere.
Servite
la cupoletta di quinoa con i funghi.