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Lo sguardo si perde nel blu |
30
minuti di navigazione, giusto di tempo di vedere naufragare le preoccupazioni
del quotidiano tra le onde del mare che battono forte sulle vetrate
dell’aliscafo e arriviamo a Favignana. Isola selvaggia che ci coccola appena
messi i piedi a terra. Ho letto recensioni entusiastiche su un certo caffè al
pistacchio del Bar du Marinaru e non posso perdermi il collaudo.
Fantastico! Il bar del porto sa certamente come viziare i turisti e far iniziare alla grande il soggiorno sull’isola. Un bicchierino che è un trionfo di golosità: crema al pistacchio e caffè sapientemente dosati, da mescolare con cura e sorseggiare con calma e “senza zuccherare”, raccomanda il simpatico gestore del bar ad ogni cliente…golosità che ci fa arrivare ultimi al transfert diretto all’albergo. Ma come ricorda il barman del Marinaru “qua si deve entrare senza avere fretta e senza portare problemi”. Per un caffè del genere, ben si può correre il rischio di venire bacchettati da turisti frementi di arrivare al loro albergo. Viziarsi con piccole cose è parte stessa del sentirsi in vacanza. Quindi chiediamo scusa per l’attesa e via…si parte in direzione Hotel Favignana.
Fantastico! Il bar del porto sa certamente come viziare i turisti e far iniziare alla grande il soggiorno sull’isola. Un bicchierino che è un trionfo di golosità: crema al pistacchio e caffè sapientemente dosati, da mescolare con cura e sorseggiare con calma e “senza zuccherare”, raccomanda il simpatico gestore del bar ad ogni cliente…golosità che ci fa arrivare ultimi al transfert diretto all’albergo. Ma come ricorda il barman del Marinaru “qua si deve entrare senza avere fretta e senza portare problemi”. Per un caffè del genere, ben si può correre il rischio di venire bacchettati da turisti frementi di arrivare al loro albergo. Viziarsi con piccole cose è parte stessa del sentirsi in vacanza. Quindi chiediamo scusa per l’attesa e via…si parte in direzione Hotel Favignana.
Hotel
in posizione ideale: nel mezzo, tra il centro del paese e tutte le principali
calette e lidi dell’isola.
In
bicicletta e in scooter la percorriamo in lungo e in largo, attraversando
leggeri le ali di questa isola a forma di farfalla. Un versante più morbido,
più attrezzato e più popolato e l’altro più selvaggio, meno battuto, più
solitario e anche più difficile da percorrere.
Lasciamo
le nostre orme in posti molto diversi tra loro; ce n’è per tutti i gusti.
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Tramonto al Lido Burrone |
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Cala Rossa |
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Cala Rossa |
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Cala Azzurra |
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Faro di Punta Sottile |
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Punta Longa |
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Sagra del cannolo siciliano |
Lido
Burrone con il suo lembo di spiaggia di sabbia dal quale godiamo il più bel
tramonto; Cala Rossa con le scogliere affacciate sul mare dalle tonalità che
sembrano rubate alla tavolozza di un pittore; Cala Azzurra con sabbia bianca,
fondali bassi e che nulla ha da invidiare a certi scenari esotici; Bue Marino,
per accedere al quale si percorre in bicicletta un sentiero nel mezzo della
campagna favignanese.
E
ancora Punta Sottile, con il faro a ingentilire lo scenario aspro e solitario;
Punta Longa con le sue acque cristalline e i suoi angoli di natura
incontaminata, così come Cala Rotonda e Cala Grande.
A
sovrastare l’isola, il monte Santa Caterina, con il suo omonimo e imponente Castello.
Oltre alle sue calette e ai suoi spazi sconfinati nel verde e nel silenzio, si
caratterizza per le sue cave di tufo pregiato, per l’ex stabilimento della
tonnara di Favignana e Formica (oggi adibito a museo, ben ristrutturato, con
molte sale e suggestioni digitali, audio e video), il carcere di San Giacomo,
il suo centro storico sempre vivo e brulicante di gente che si gode il
passeggio e i sapori dell’isola (e della Sicilia in generale) nei vari locali
e ristoranti situati nei vicoli e
soprattutto nelle due piazze principali, Piazza Europa e Piazza Matrice.
Degne
di nota le pietanze più gettonate dell’isola: le busiate (un tipo di pasta
lunga, acqua e farina, che ricorda vagamente un fusillo molto allungato) che
vengono condite nei modi più disparati (allo scoglio, con pesto trapanese, con
le sarde, il pesto di pistacchi o con ragù di pesce e, a volte, con l’aggiunta
di muddica), il cous cous con il
pesce, la caponata, il tonno in agrodolce con la cipolla e, tanto per non farsi
mancare anche la dolcezza, i cannoli, cassatine e cassatelle a gogò. Nessun
locale si fa mancare questo trittico.
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Caponata |
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Busiate |
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Cin cin |
E
dopo aver deliziato gli occhi con i panorami marini, le braccia con le lunghe
nuotate nel blu, le gambe con le pedalate verso la libertà, la pancia con le
tante proposte culinarie, le orecchie con il tono suadente del dialetto
siciliano, ogni sera portiamo il naso all’insù per far rilassare la mente in
maniera assoluta: il cielo diventa un tappeto scuro dove le stelle sembrano essere
state accese da un mago dell’illuminazione notturna, talmente se ne vedono tante,
belle e luminose. Uno spettacolo precluso nelle grandi città, dove le luci
artificiali e l’imponenza delle costruzioni non permettono di godere delle
meraviglie del cielo notturno.
L’atmosfera
essenziale tipica delle isole riesce sempre ad inebriarmi e anche Favignana mi
conquista, mi nutre l’anima, disseta la mia sete di natura e mi fa sentire
libera, un po’ meno coi piedi per terra e un po’ di più con le ali sulla
schiena. Libertà non è un concetto astratto. E’ uno sguardo che può spingersi
oltre la linea dell’orizzonte, è un cuore leggero e felice, è un sentirsi proprio
dove si è, una completezza incondizionata, una comunione con l’azzurro del
mare, del cielo, del verde e dei colori che la natura crea e che l’uomo può
solo tentare di riprodurre.
La
ricetta che vi propongo oggi è un ciambellone alla marmellata e lamelle di
mandorla. Un passepartout per le colazioni di tutto l’anno.
-
100 gr
di farina di kamutt integrale
-
100 gr
di farina di avena integrale
-
50 gr di
farina di riso integrale
-
due
cucchiai di fecola di patate
-
1
cucchiaino di bicarbonato
-
1
cucchiaino di aceto di mele
-
100 gr
di zucchero di canna integrale
-
250 ml
circa di latte di riso o di soia
-
Marmellata
ai frutti di bosco
-
Lamelle
di mandorla
-
30 ml di
olio di mais
Riunire
in una ciotola e mescolare le farina, la facola e lo zucchero di canna. Nel
centro aggiungere un cucchiaino di bicarbonato e versarvi sopra il cucchiaino
di aceto di mele. Mescolare con cura. Aggiungere pian piano l’olio di mais e il
latte vegetale fino a formare un composto né troppo liquido né troppo denso.
Versare
l’impasto nella tortiera da ciambellone, adagiarvi tutto intorno delle
cucchiaiate di marmellata e cospargere con lamelle di mandorla.
Infornare a forno caldo a 180^ per circa 30/40 minuti. Prova stecchino
prima di spegnere.