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Postazione di lavoro |
A volte si
leggono cose per le quali devi tornare indietro dopo poche righe per rileggerle
di nuovo perché forse hai avuto un’allucinazione e non è vero ciò che credi di
aver letto…e invece, tornando indietro, quelle parole, quei fatti (aberranti)
sono ancora lì sotto ai tuoi occhi e pesano sullo stomaco come macigni.
A volte si
tratta di tragedie inspiegabili…
A volte di
paradossi della burocrazia o della politica sociale…
Altre volte di
drammi della follia, della natura o della barbarie umana…
Ieri una notizia “raggelante” (in tutti i sensi):
“I due giganti
della Silicon Valley, Facebook ed Apple si sono offerti di pagare il
procedimento per consentire alle proprie dipendenti di congelare gli ovuli nell'eventualità
che un giorno decidano di fare un figlio” (fonte: http://www.repubblica.it/tecnologia/2014/10/15/news/facebook_e_apple_pagano_il_congelamento_degli_ovuli_delle_proprie_impiegate-98151624/)
Per la serie
“come comprare le scelte, il tempo, la vita privata e le opportunità” di una
donna in una botta sola, cercando di abbindolarla a suon di benefit (anche se
personalmente ho serie difficoltà a considerare agevolazione un’aberrazione
simile…) e al prezzo di renderla schiava del padrone dal nome “carriera”, in
virtù della quale si convince che sia possibile gestire qualunque orologio,
quello biologico compreso.
Si dà per
scontato che una donna abbia nel dna sia il sacro fuoco della carriera che un ineluttabile
istinto materno da dover soddisfare, prima o poi. Ma chi l’ha detto?
Il propendere
per un cammino fatto di conti, bilanci e cartellini orari oppure per un altro
in cui essere semplicemente “mamma” potrebbe (e dovrebbe) essere frutto di una
libera scelta.
E quand’anche
una donna volesse realizzarsi in entrambe le dimensioni (e ne avrebbe pieno
diritto), dovrebbe poter aspirare ad altre forme di tutela, perché una mamma
lavoratrice è una figura che ha un ruolo importantissimo nell’ambito di una società
per il solo fatto di esserlo, madre. Prima ancora del ruolo lavorativo che
ricopre. E quindi piuttosto che tirare fuori questa manovra ricattatoria,
le aziende e l’intero sistema sociale, dovrebbero discutere seriamente di come
poter attuare misure di sostegno alle madri lavoratrici. Invece tirano fuori
questa assurda opzione surgelatoria: mettere nel congelatore la propria
momentanea carriera o i propri ovuli??
Mah…
Tutte le donne,
mamme, nonne che ci hanno preceduto, avranno strabuzzato gli occhi davanti a
questa notizia dei tempi moderni, dove la scienza viene assoldata, ancora una
volta, dall’egoismo per dare l’illusione dell’onnipotenza umana. I tempi, la
natura, persino il nostro corpo non sono merci da gestire a proprio comodo e a
proprio piacimento. Ci sarebbe prima di tutto un rispetto da coltivare per
tutte e tre queste componenti. Ma forse…qualcuno pensa che anche questo possa
essere congelato, in attesa che si risvegli una coscienza, personale e sociale,
più lucida e consapevole??
Per alleggerire
i toni, andiamo in cucina per questa ricetta che, in forma di boicottaggio
simbolico per la notizia di cui sopra, prevede solo ingredienti freschi e non
surgelati ahahhaha :-)
Ingredienti:
- - quinoa
- - zucchina, carota, patata e falda di
peperone giallo
- - sale, erbe aromatiche a scelta e olio
evo
Preparazione:
Lessate la
quinoa in acqua leggermente salata (per ogni 70 gr di quinoa ci vogliono circa
150 ml di acqua). Per un gusto più deciso, potete aggiungere un filo di salsa
tamari o shoya nell’acqua durante la cottura.
Una volta cotta
(in circa 12/15 minuti), tenete da parte.
Tagliate a
pezzetti molto piccoli zucchina, carota, patata e una falda di peperone giallo.
Fate rosolare le verdure in una padella con un filo d’olio, erbe aromatiche a
scelta e poco sale. Coprite con acqua, mettete un coperchio e fate stufare.
Lasciate le verdure leggermente croccanti.
Condite la
quinoa con le verdure, amalgamando per bene il tutto.