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Non dite: “Ho
trovato la verità”, ma piuttosto “Ho trovato una verità”.
Non dite: “Ho
trovato il sentiero dell’anima”, ma piuttosto, “Ho incontrato l’anima in
cammino sul mio sentiero”.
Poiché l’anima
cammina su tutti i sentieri.
L’anima
non procede in linea retta, e neppure cresce come una canna.
L’anima si schiude, come un fiore
di loto dagli innumerevoli petali. (Kalhil Gibran)
Ci sono luoghi dove
vorresti tornare sempre. Può essere un angolo della casa, una città dall’altra
parte del mondo o quel luogo disegnato da due braccia attorno alle quali vorresti
stringerti forte. Spesso non conta la collocazione geografica per assaporare il
gusto morbido e carezzevole che può regalare quel momento di perfetta fusione
tra il proprio sé che si vede in superficie e quello che si sente nel profondo.
Mi riferisco a quello
stato dell’essere che ognuno di noi sa di poter raggiungere soltanto in quel
posto preciso. Lì siamo liberi, felici incondizionatamente; quando sentiamo di
essere proprio lì dove vorremmo trovarci, non distratti, non protesi altrove.
Più che un luogo
fisico, raggiungiamo un luogo dell’anima. Un allineamento tra il tempo, il
luogo e il proprio abbandono.
Il bimbo che si
stringe al seno della madre sente che quello è il suo luogo, il posto dove vive
la sua pace.
Il viaggiatore
solitario la può ritrovare osservando e penetrando il cielo dalla cima di una
montagna o l’orizzonte oltre la linea del mare o le onde spumose dell’oceano o
ascoltando il silenzio di una notte estiva rotto dal frinire delle cicale.
Un musicista di
strada la può conquistare liberando le sue note blues tra i rumori
metropolitani di New York.
Uno scrittore la può
percepire sotto le sue dita nel momento stesso in cui riceve la visita
improvvisa di un’ispirazione inattesa. Prende carta e penna, scrive e in quelle
pagine trova conforto, la sua quiete.
Il pittore costruisce
mille luoghi dell’anima con le sue pennellate; in ognuno di essi c’è un pezzo
di sé.
Un genitore spesso
assente che in un pomeriggio d’autunno ritaglia un’ora del suo tempo dal suo planning
lavorativo e si ritrova ad attendere il suo bimbo all’uscita di una scuola,
vedrà ripristinare il senso delle cose da quel sorriso innocente che celebra la
sua presenza. In quel momento, lì, davanti a quel cancello, uno di noi vivrà un
momento di pienezza...i suoi piedi, avvezzi a calpestare con forza luoghi
fisici, avvertiranno la leggerezza che può donare un luogo dell’anima.
Ci sono momenti in
cui non conta più il mondo esterno, visibile, reale; spazi senza tempo e senza
luogo in cui ci si guarda dentro e ci si riappropria del vero sé.
E allora, come se
fossimo dietro una cascata, osserviamo scorrere il flusso dei nostri pensieri.
Questi non ci sommergono più, lasciandoci stanchi, naufraghi e bagnati. E’ uno
scorrimento calmo. Lento. Aperto alle opportunità. Possiamo decidere di
rimanere fermi dietro la cascata o di
lasciarci raggiungere da qualche schizzo di acqua o di immergerci per
affrontare le rapide, abbandonandoci al flusso della nostra vita. In ogni caso,
vivremo con consapevolezza le opportunità scoperte o riscoperte grazie al
nostro luogo dell’anima.
Acqua, terra, montagne, vento, movimento |
La ricetta di oggi allieterà il vostro palato, in qualunque luogo
dell’anima deciderete di assaporarla…una torta morbida e croccante allo stesso
tempo.
Torta simil sbrisolona vegan |
Ingredienti per la pasta:
70 g di olio di mais
100 g di zucchero di canna Dulcita
250 g di farina di semi o integrale
60 g di farina di grano saraceno
½ cucchiaino di bicarbonato
50 g di latte vegetale
1 pizzico di sale
70 g di olio di mais
100 g di zucchero di canna Dulcita
250 g di farina di semi o integrale
60 g di farina di grano saraceno
½ cucchiaino di bicarbonato
50 g di latte vegetale
1 pizzico di sale
Uvetta passa (o pezzetti di cioccolato fondente)
Ingredienti per la crema:
100 g nocciole tostate
50 g di cacao
80 g di zucchero di canna Dulcita
100 ml latte vegetale
2 cucchiai olio di mais
100 g nocciole tostate
50 g di cacao
80 g di zucchero di canna Dulcita
100 ml latte vegetale
2 cucchiai olio di mais
Procedimento:
Per la crema frullate nel mixer le nocciole fino a ridurle a crema, poi unire
gli altri ingredienti fino ad ottenere una crema il più liscia possibile.
Tenete da parte.
Per la pasta mescolate in una
ciotola l’olio, il latte vegetale, lo zucchero, le farine, l’uvetta passa o
pezzetti di cioccolato fondente, il bicarbonato e il sale. Si otterrà un
impasto piuttosto “sbricioloso”, non compatto. Rivestite uno stampo da crostata
di 20 cm di diametro con carta da forno e versate sul fondo metà delle briciole, livellatele con un cucchiaio e ricoprire con tutta la crema alle nocciole. Sopra mettete le briciole di pasta rimanenti senza schiacciare troppo. Infornata e a 180° per 40 minuti circa, comunque fino a leggera doratura.
Spolverizzate con zucchero a velo.
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Dettaglio |