Su Madrid avevo letto recensioni molto contrastanti. C’è chi la
ama e chi alza il ciglio in segno di una stringata sufficienza.
Premetto che in viaggio sono una persona di bocca buona. Nel senso
che sono talmente entusiasta di partire che, al di là della meta e delle
curiosità che poi riesco o meno ad appagare, mi ritengo quasi sempre
soddisfatta del mio semplice partire. Sarà una specie di attrazione per il
gesto di preparare un trolley; talmente forte è il desiderio di andare che non
riesco a provare repulsione nemmeno per quel disbrigo, sempre troppo lungo, in
aeroporto o per le file interminabili davanti ai musei o per quel fugace senso
di smarrimento che precede la ricerca, su google o su mappa, del primo
indirizzo da cercare in una città sconosciuta. Mi basta avere un trolley e un
biglietto di A/R (perché dopotutto non sono ancora pronta a partire senza
pensare al ritorno, nonostante apprezzi il verso di quella canzone di Irene
Grandi che fa “prima di partire per un lungo viaggio…porta con te la voglia di
non tornare più…”).
Mi piace girare senza itinerari prestabiliti; mi appunto
giusto quelle poche tappe che non voglio mancare e sfizi e vizi tradizionali
del luogo dove mi sto recando. Il resto mi piace scoprirlo affidandomi all’impatto emozionale e visivo, senza acquisire troppa preventiva conoscenza.
A Madrid, da subito, mi sono sentita a mio agio. Con questo post voglio
condividere alcune istantanee dei momenti migliori della mia visita, durata due
giorni, di Madrid.
Appena uscita dalla metro a Puerta
del Sol mi sono sentita invasa da un senso di allegria, colore, musicalità,
ironia. Pupazzoni enormi girano per la piazza a disposizione di chi vuole uno
scatto di ritrovata fanciullezza.
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Strani personaggi in Puerta de Sol |
Poi grandi viali pieni di gente, multietnicità, locali di tutti i
tipi e tanti, tanti teatri.
Mi è piaciuto tantissimo girare, domenica mattina, per il mercato del Rastro; a parte i banchetti
e i pub/stuzzicherie di ogni tipo in questa parte della città, più che altro
sono rimasta affascinata dai tanti artisti di strada che ad ogni angolo
liberano il loro talento, a prescindere dai mezzi e a volte, anche dagli
strumenti a loro disposizione…
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...anche una valigia può suonare |
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il palco è la strada |
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colori |
Prediligendo la cucina vegetariana/vegana sono andata a caccia di
ristorantini di questo taglio e devo dire che, nonostante la prevalenza di
taverne orientate sull’offerta di jamon serrano e dintorni, non sono rimasta
delusa nemmeno a tavola. Il Rayen Vegano,
Vega e Al Natural sono tre tappe che non lasceranno deluso chi, come me,
cerca il vegano non punitivo o eccessivamente scarno, ma creativo e sfizioso.
Il sano può andare a braccetto col gusto. Sempre.
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Croquettes |
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piatto crudista di verdure con salsa di anacardi |
Sui dolci non ci siamo. Cioè a me i famosi churros con la
cioccolata non piacciono. Però per chi gradisce il genere (dolci tipo frittelle
allungate da intingere nella cioccolata) segnalo un luogo storico: la Cioccolateria San Gines (preparatevi a fare la fila, più
che per entrare al Museo del Prado).
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Coda da San Gines |
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Pasticceria storica |
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Specialità della Mallorquina |
D’obbligo la visita al Museo
Nacional Del Prado, al Palacio Real,
al Parco del Retiro.
Un giretto anche a Plaza
Mayor con il suo lungo porticato, sotto il quale si trovano qualche bottega
artigianale,tanti negozi di ninnoli, gingilli e quisquilie varie e alcune
taverne che, personalmente, ho preferito non collaudare data l’atmosfera
eccessivamente turistica.
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Plaza Mayor |
Di respiro europeo la Gran Via , ricca di
negozi, locali e talmente tanti teatri
che questa zona viene denominata la
Broadway madrilena. Percorretela tutta fino a Plaza de Espana. Se ci arriverete all’ora
del tramonto, godrete del contrasto seducente di luci ed ombre: la vivacità
elettrizzante delle luci in scena sul palcoscenico notturno. C’è arte fuori,
prima ancora che dentro i teatri. Fuori è la natura a mettere in scena i suoi
atti; dentro sono gli uomini che tentano di rendere sublimi i propri pensieri e
la propria arte.
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Anche il viaggio è un tentativo artistico; come farlo, come
affrontare il viaggio, ci può rivelare il nostro essere dei dilettanti o, man
mano, dei cultori di questa arte che è il girovagare.
Ma i veri
viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che
solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I
loro desideri hanno le forme delle nuvole (Charles Baudelaire)
E non c’è niente
di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte
del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse (Milan Kundera)
Il
viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per
penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno (Guy de
Maupassant)
Una volta che
hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli
angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio (Pat Conroy)
Viaggiare,
sognare, innamorarsi, tre inviti per la stessa cosa. Tre modi per andare in
luoghi che non sempre riusciamo a capire
(Angeles Mastretta)
(Angeles Mastretta)
A chiusura, vi lascio la ricetta di un risottino
semplice da preparare; non sarà una sontuosa paella spagnola, ma appagherà ugualmente i vostri palati, fidatevi del radicchio ahahahah
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Risotto al radicchio |
Ingredienti:
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80 gr di riso carnaroli
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200 ml circa di brodo vegetale
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Erbe aromatiche
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radicchio
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sale, olio evo, salsa di soia e semi di sesamo
In una casseruola fate scaldare un filo d’olio, versare il
radicchio, salate e fate appassire. Versatevi delle erbe aromatiche (io ho
usato un po’ di origano ed alghe essiccate)
Aggiungete anche il riso e fate tostare.
Aggiungete anche il riso e fate tostare.
Poi sfumate con un filo di salsa di soia.
Aggiungete un po’ di brodo vegetale e poi, girando spesso portate
a cottura il riso, aggiungendo man mano il brodo.
Servitelo caldo.
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