giovedì 11 aprile 2013

...ALLA FONTE DELLE PAROLE...


Ci sono parole che sembrano elevate al cubo…è difficile calcolarne la portata. Sono le parole non chiare, le cose dette, ma che emettono un suono palesemente falso, frasi masticate tra i denti che hanno il sapore dell’ipocrisia.
Altre sono così vane che non si poggiano proprio sopra l’orecchio. Nemmeno lo sfiorano, per fortuna.
Poi ci sono parole leggere, setose, che accarezzano l’udito e penetrano piacevolmente nel corpo come una brezza di mare che sfiora il viso mentre stai passeggiando su un viale costeggiato di palme.
Non sono molto diffuse.
Capita di sentirle pronunciate una dietro l’altra, in fila, quasi a formare un periodo carezzevole, solo una volta ogni tanto. Quelle parole ci trovano nei giorni di stupore, quando un guizzo di umanità riesce a raggiungerci; nei giorni di coraggio, quando una frase sincera ci sprona ad avere speranza; nei giorni della nostra primavera, quando i fiori germogliano sui rami e i buoni propositi sembrano coltivarsi da sé, senza sforzi di convincimento, senza innesti o provocazioni. Sono le parole di amore, che sanno dare un senso al nostro essere qui per fare esperienza di condivisione. Se non fosse necessario, avremmo immaginato isole, e nel tempo queste si sarebbero trasformate nel nostro spazio vitale. Invece viviamo in paesi, città e nazioni, viviamo circondati da persone, e con queste entriamo in contatto, e attraverso lo scambio e il confronto con esse, possiamo imparare o insegnare. Ognuno è allievo e maestro, al tempo stesso. Ognuno può dare e ricevere. Ma bisogna avere occhi attenti, udito acceso, mani protese. E non avere paura dell’essere o diventare responsabili. Ogni cosa che diciamo, che facciamo, può essere l’anello di una reazione a catena. Tenerne conto, significa prendere consapevolezza del proprio valore, del contributo che possiamo apportare a questo disegno che è la vita.
Oggi il mio contributo alla vostra colazione (o merenda) ha le sembianze di una bella fetta di crostata alla crema di limone.
Una crostata vegan, senza latte, uova o burro. Anche la crema di limone è stata preparata senza l’impiego di questi ingredienti. Un esperimento che potete fare anche voi, se vi va di preparare qualcosa di sano, leggero e gustoso.

 

Ingredienti per la frolla

  • 200 g di farina di Kamutt (di cui metà integrale)
  • 50 g di zucchero di canna
  • 50 ml di olio di mais
  • 1 pizzico di sale
  • la buccia grattugiata di 1 limone
  • 1 cucchiaio di succo di limone
  • latte di soia alla vaniglia (quanto basta per impastare)
  • 1/2 busta di cremortartaro

Preparazione

Mescolare le farine, lo zucchero, la buccia di limone grattugiata, il sale e la mezza bustina di cremortartaro. Aggiungere il succo di limone, l'olio e il latte di soia. Impastare bene e formare un panetto morbido. Potete stenderla subito in una teglia oliata e infarinata (tenendo da parte un po’ di impasto per le striscette), aiutandovi con le mani e bucherellando la superficie con una forchetta. Preparate la crema di limoni(*). Versatela sul fondo della frolla, decorate con strisce di frolla e infornate a 180^ circa per 35/40 minuti.

(*) Ingredienti per la crema di limoni:

- 150 ml di latte di soia alla vaniglia
- 30 gr di fecola di patate
- 90 gr zucchero di canna
- scorza e succo di 1 limone

Preparazione:
Mischiate bene in un pentolino il latte di soia, la fecola, lo zucchero e la scorza di limone. Fate cuocere a fuoco basso, continuando a mescolare, per evitare la formazione di grumi. Una volta portato a bollore, spegnete il fuoco, aggiungete il succo di limone e mischiate con cura la crema.

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