mercoledì 12 giugno 2013

IL BENE CHE "STUZZICA"

(*)

A volte, per capire certe nostre resistenze o schemi mentali, occorre che qualcuno che ci conosce molto bene ci “stuzzichi”.
Si si, proprio così: l’affetto, l’amore, la stima che proviamo per una persona non devono mai dissuadere da una sana operazione di stuzzicamento sulla medesima.
Non si tratta di rigirare il coltello nella piaga, ma di dare un piccolo contributo affinchè la persona riesca innanzitutto a rendersi conto che c’è una piaga di cui prendersi cura. Spesso quella piaga è un qualcosa che si annida nei meandri tortuosi della sua mente; può essere un atteggiamento di chiusura, di resistenza che prima ancora di sfogare sul corpo, macera in un circolo vizioso costituito da aspettative, ansie, paura del confronto, bisogno di compiacere e incapacità di accettare i propri limiti.
Occorre andare a colpire (ovviamente il più dolcemente possibile per evitare di accendere la permalosità o attacchi troppo duri alla sensibilità personale) proprio là dove è situato il tallone d’Achille da sanare. Lo sguardo esterno, in taluni casi, può essere più obiettivo del nostro e ci mette al riparo da autoanalisi a volte pilotate dalla nostra stessa mente e quindi poco inclini a provocare un reale cambiamento.
Certe cose che ci riguardano profondamente preferiamo non vederle. E finisce che alla lunga non le vediamo davvero. Non riconosciamo più quei meccanismi mentali che tanto abilmente abbiamo strutturato per celare le vere esigenze della nostra anima. Come se ci fossero esigenze più importanti. Ma è davvero più importante il consenso sociale? L’approvazione degli altri? L’ammirazione esterna che appaga l’ego? O, invece, è più importante il proprio vero sé e la sua liberazione da ogni sorta di camuffamento, travestimento o maquillage?
Occorre scendere nelle profondità del nostro essere; sarà come decidere di scendere una scala intravedendo solo uno scorcio di luce. Certo: c’è un cammino da compiere, occorre porre attenzione a dove si mettono i piedi per evitare cadute, storte e rinunce. E se ogni tanto c’è una voce amorevole che ci sprona ad andare avanti, anche facendoci notare eventuali passi che dobbiamo correggere, ascoltiamola con orecchie attente e animo aperto. Non pensiamo che ci voglia giudicare. Se è una persona che ci vuole bene, da lei non abbiamo che da imparare.  
In attesa che qualcuno vi stuzzichi proprio là dove occorre…intanto io vi propongo uno stuzzichino alimentare…;-) Questi crackers artigianali possono essere gustati a merenda o anche come antipasto, magari accompagnati da un pinzimonio di verdure o spalmati con patè vegetali.

(**)

Ingredienti:
-       180 gr di farina integrale di kamutt
-       100 gr di pangrattato
-       Olio extra vergine di oliva (circa 50 ml)
-       Concentrato di pomodoro bio
-       1 cucchiaino di sale
-       Origano
-       Acqua q.b.

Mischiate la farina, il pangrattato e il cucchiaino di sale. Aggiungete olio fino ad avere un composto granuloso. Aggiungete anche l’origano e il concentrato di pomodoro. Regolandovi con l’aggiunta di acqua tiepida dovete ottenere un impasto morbido tipo la pasta per la pizza. Avvolgete in pellicola e fate riposare per una mezz’oretta in frigorifero. Stendete poi la pasta in una teglia ricoperta di carta da forno. Con un coltello segnate delle strisce prima in lungo e poi anche in orizzontale per formare un reticolo di rettangolini, senza sollevarli. Cuocete in forno caldo a 200° per 20/25 minuti. Serviteli quando si raffredderanno.


NOTE FOTOGRAFICHE:
(*) Un vicolo di Rieti, Novembre 2012
(**) Stuzzichini alla pizzaiola…li avrà mangiati tutti la coccinella??

2 commenti:

  1. Bello il blog e molto bene fatto . Molto belle le ricette che si vede sono fatte con passione ;) Se ti va di condividere questa passione insieme , passa per il mio blog

    http://soulinthefood.blogspot.it/

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  2. Grazie per il passaggio e per il tuo commento! :) ...ricambierò volentieri la visita, passando per il tuo blog...

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