giovedì 10 ottobre 2013

LA GENEROSITA' DENTRO UN SORRISO...

Sorrisi zen...in quel di Tuscania...
…personaggi grandiosi di ogni tempo e di ogni approccio filosofico hanno sottolineato l’importanza del sorriso.

“Un giorno senza sorriso è un giorno perso” (C. Chaplin)

“Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso” (Madre Teresa di Calcutta)

“La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro” (T. Terzani)

“Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c’è la tristezza di non saper sorridere” (J. Morrison)

Proprio stamattina riflettevo su quanto sia bello ricevere un sorriso. E donarlo. Mi riferisco allo scambio di un sorriso vero, ovviamente.
Il sorriso di circostanza, finto, forzato è e resta un mero segno di espressione facciale.
Quello autentico apre invece orizzonti di sconfinata dolcezza. E’ un’esperienza che dal viso si protende al cuore. Quando concediamo un sorriso di questo tipo è infatti la nostra anima che si sta protendendo verso la bellezza del vivere, del condividere.
Dovrebbe esistere un esercizio quotidiano: quello di coltivare il nostro personale “campo del sorriso”. Possono esserci giorni in cui il raccolto è scarso. Ma quando i tempi e le occasioni sono mature, non perdiamo la grande opportunità di arricchire quel campo con piccoli germogli di tenerezza.
La terra ha bisogno di semi per poter offrire poi i suoi frutti.
Anche l’anima della terra ha bisogno di semi per poter tirare fuori il meglio dall’umanità.
E mai come in questo momento abbiamo bisogno di sorrisi rassicuranti per credere che quel “meglio” esiste ancora! Ma per poterli ricevere dobbiamo essere innanzitutto disposti ad elargire i nostri. Senza paura di peccare di mielosità. Immaginiamo il sorriso come un suono armonico da far vibrare con maestria sulle corde del nostro quotidiano.   

In tema di dolcezza, oggi non posso che proporvi la ricetta di una torta…che definirei autunnale…data la presenza della pera e delle noci e vegan, senza uova, burro e latte (se non di riso)…

Una dolce merenda
Ingredienti:
-       300 gr di farina di farro
-       180 gr di zucchero di canna
-       1 cucchiaio di fecola o di amido di mais
-       1 bustina di cremortartaro
-       ½ cucchiaino di vaniglia in polvere
-       un pizzico di sale
-       40/50 gr di noci tritate molto finemente
-       40 gr di cioccolato fondente
-       30 ml bicchiere di olio di mais
-       200 ml circa di latte di riso (al cocco)
-       1 pera

Fate fondere a bagnomaria il cioccolato. Tagliate la pera a fettine e spruzzarvi un poco di limone. Nel frattempo riunite in una ciotola la farina, lo zucchero, la fecola, la vaniglia, un pizzico di sale, le noci sbriciolate. Mescolate il tutto con una spatola o cucchiaio di legno.
Aggiungete il cioccolato fuso e poi piano piano il latte di riso fino ad ottenere un impasto morbido (né troppo denso, né troppo liquido).
Versate il composto in una teglia oliata e infarinata. Adagiarvi tutto intorno le fettine di pera. Infornare a (forno già caldo) a 180^ per circa 40 minuti. Prima di spegnere, consueta prova dello stecchino.
Una morbida consistenza 




martedì 24 settembre 2013

TRE PASSI AVANTI...E UN PASSO INDIETRO...

Tramonto a Viterbo (la prima sera d'autunno)
Cambiano le cose, come cambiamo noi.
Sperabilmente, se si decide di intraprendere un cammino di maturazione, di consapevolezza, si cambia in meglio. 
Ogni tanto però parti di te che credevi di aver migliorato tornano ad affacciarsi prepotentemente; la loro visita ti ricorda che, in fondo, sei ancora lontana/o da quell’idea di evoluzione che tenti di incarnare. Ce n’è di strada da fare! Questi episodi si possono considerare come prove di umiltà. Quel sentirsi “mai arrivati” che protegge dal senso di presunzione.
Certo, non può diventare un alibi.
Il “sono fatta così” è un’arma a doppio taglio, specie quando finisce per diventare la carta jolly da giocarsi nei rapporti con le persone a cui teniamo di più.
Il dover ricorrere a questa giustificazione, a volte, svilisce prima di tutto se stessi e non lascia spazi di apertura e confronto con le altre persone.
Ovviamente mi riferisco ai casi in cui più che a reclamare un proprio modo di essere, ci si sta nascondendo dietro un limite che, piuttosto che essere affrontato, non si vuole proprio vedere.
Proteggere la propria identità e la propria unicità è una cosa positiva, ma non può valere come scusa per non compiere quel cammino evolutivo che è nella natura stessa delle cose.
C’è una frase di una canzone di Jovanotti (Estate) che mi piace molto:
“…se non avessi voluto cambiare oggi sarei allo stato minerale…”
Se quella volontà c’è, non bisogna mai arrestare il proprio cambiamento (inteso come miglioramento), quand’anche, di fronte ad imbarazzanti mosse involutive, si ha la sensazione di ritornare “allo stato minerale”.
E a proposito di cambiamenti, concludendo una tipica “contorsione mentale”, voglio celebrare con una piccola poesia e con una golosa crostata alla marmellata, il cambio di stagione appena avvenuto: benarrivato Autunno!

Fogliame autunnale in quel di Sponga 
CAMBIO STAGIONE

Succede…
Lentamente o travolta da un vortice
abbandona una foglia il suo ramo;
È stagione del lasciar cadere,
di veder appassire i colori accesi;
Sbiaditi ormai i ricordi del mare
arrivano le castagne in piazza sul braciere…
Una tazza fumante ha preso il posto del gelato
e dove stavano il costume e le maglie leggere
ora riponi il cappotto e le coperte per la sera.
Le giornate diventano lente,
scurisce prima il cielo,
i vetri si fanno appannati,
affidi ad un brodo caldo
l’idea della cena
sperando che il suo tepore
ti riscaldi un po’ il cuore.


CROSTATA ALLA MARMELLATA

Ingredienti:
-    200 gr di farina di Kamutt integrale o semintegrale (o potete usare metà farina integrale e metà di farro)
-       60 gr di zucchero di canna
-       50 ml di olio di mais
-       la scorzetta e il succo di ½ limone (non trattato)
-       ½ bustina di cremortartaro
-       ½ cucchiaino di vaniglia in polvere
-  Latte di riso o di soia alla vaniglia (quanto basta per impastare, circa 180 ml)
- marmellata a piacere

Versate in una ciotola capiente la farina, lo zucchero, il cremortartaro, la vaniglia, la scorzetta e il succo di ½ limone. Mescolate e poi aggiungete a filo l’olio e di seguito (poco alla volta) il latte.
Lavorate per bene l’impasto fino ad ottenere una palla morbida e non sbriciolosa (regolatevi aggiungendo latte o farina).
Potete poi rivestire subito una tortiera da crostata, ricordandovi di lasciare un po’ di impasto per fare le striscette.
Bucherellatene il fondo con la forchetta.
Versate la marmellata preferita, adagiate a piacere le strisce e infornate a 180^ (forno già caldo) per circa 35/40 minuti.





martedì 10 settembre 2013

...L'AUSPICABILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE....

Consigli di lettura
Leggendo il libro “Mangiar sano e naturale – con Alimenti Vegetali Integrali” del Professor Michele Riefoli mi sono imbattuta in tantissimi spunti di riflessione, alimentari e non solo. Indicazioni e suggerimenti che poi, con umiltà e in punta di piedi, mi permetto di elaborare secondo la mia coscienza e la mia esperienza nel quotidiano (…mi perdoni l’autore per la libera interpretazione ed applicazione dei suoi insegnamenti ;-)). Una delle cose che mi ha colpito è stato il concetto del “piacere che fa bene” e del “il piacere che fa male”, che il prof. sapientemente illustra in uno dei primi capitoli.
Imparare a riconoscere i propri meccanismi mentali e a distinguere ciò che ci fa scegliere l’uno o l’altro dei piaceri è un esercizio da inserire in un percorso che possa dirsi di vero benessere. Il benessere è uno stato che si raggiunge solo quando fisico e mente sono resi liberi da pregiudizi, falsi miti, idee e soluzioni preconfezionate. Non sempre quello che ci è già noto, per tradizione, educazione o preconcetto, si rivela essere la scelta “giusta” per noi.
La leggerezza non si misura solo sulla bilancia.
Quella del corpo sì, ma per sentirsi in uno stato di benessere globale, non basta avere un corpo leggero se poi si ha la mente pesante come un macigno. La leggerezza della mente si conquista innanzitutto a colpi di consapevolezza e di autonomia di giudizio. Anzi di “non-giudizio”.
Più impareremo ad allontanare da noi i giudizi, più ci scopriremo più leggeri. Anche il respiro diventerà più fluido, gli occhi più accesi, la mente più lucida, il volto più sereno.
Distendere i pensieri distende anche i tratti del volto. Verificabile.
Ogni giorno dispensiamo giudizi di ogni genere: giudichiamo gli altri, le situazioni, noi stessi. Così facendo disperdiamo energie e un corpo scarico di vitalità è un corpo appesantito, quand’anche tonico e scattante dal punto di vista muscolare.
Ogni volta che stiamo per elargire un giudizio (magari malevolo) immaginiamo che così facendo stiamo per inserire la mente in una presa di corrente che anziché fornirci energia, ce la sta per usurpare. Allora voltiamo lo sguardo e trasformiamo la nostra posizione sulla scena: da giudicanti, “limitiamoci” ad essere attenti osservatori. Anche l’osservazione è un talento da coltivare e può insegnarci molto, anche e soprattutto su noi stessi.

“Considero il giudizio del bene e del male come la danza serpentina di un drago, e il sorgere e il tramontare delle credenze come null'altro che le tracce lasciate dalle quattro stagioni.” (Buddha)

“La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare”. (Jiddu Krishnamurti)

Rimanendo in tema di leggerezza, oggi vi propongo questo piatto a base di riso rosso integrale (o selvaggio). Non so se contribuirà a mantenere leggera la mente, ma di sicuro la digestione ne beneficerà ;-) Questa varietà di riso è altamente digeribile e possiede un alto contenuto di antiossidanti.

Riso rosso "natural style"
Ingredienti:
-       Riso rosso integrale
-       Zucchine, melanzana
-       Lievito alimentare
-       Semi misti (girasole, lino, sesamo)
-       Olio
-       Mix erbe aromatiche

Lessate il riso in acqua leggermente salata, scolatelo una volta cotto (ci vorranno circa 30/40 minuti) e tenetelo da parte (per ogni dose di riso, in genere ci vogliono tre dosi di acqua).
Affettate lo scalogno in padella, versatevi un filo d’olio, aggiungete la zucchina e la melanzana tagliate a pezzettini, erbe aromatiche a scelta e cuocete aggiungendo un mestolo di acqua o di brodo vegetale.
Una volta cotte, condite per bene il riso con queste verdure, un cucchiaio di lievito alimentare, una manciata di semi misti e un filo di olio extra vergine d’oliva a crudo.



lunedì 2 settembre 2013

...COSE FACILI, COSE SEMPLICI...E COSE CHE VALGONO...

Atmosfere zen
E' FACILE:

…è facile sentirsi dissetati quando accanto hai la fortuna di avere sempre pronta una bottiglia di acqua fresca e potabile…(alla fine al valore di quella bottiglia non ci pensi nemmeno più…)
…sentirsi calmi quando intorno c’è solo il fruscio delle foglie e il cinguettio di qualche uccellino…(e magari non riesci nemmeno a sentire il suono armonico che offre la natura…)
…sentirsi “appagati” quando intorno c’è chi premia, con i gesti e le parole, le tue abilità…(e finisci per pretendere sempre di più facendoti tentare dalla superbia e dalla presunzione…)
…sentirsi in equilibrio quando non ci sono scosse di alcun tipo a minare la tua stabilità…(e poi…basta un colpo di vento per mandare all’aria le tue gambe…)
La saggezza è qualcosa che va oltre le singole contingenze. È la luce che rischiara in mezzo alle nebbie, il bicchiere di acqua nel deserto, il silenzio della mente in mezzo ai rumori del quotidiano, è la chiave che apre porte sbarrate, il balsamo che scioglie nodi, è un punto di vista che sa mutare, come mutano le cose, come mutiamo noi. E’ la capacità di adattarsi man mano alla vita, imparando ad indossarla con scioltezza come si porterebbe un abito su misura.
La saggezza è quell’arte, quel talento che ti permette di riconoscere il valore di ogni singola cosa. È l’abilità che non è destinata a portare onori, ma onora essa stessa la tua vita e la colma di bellezza, di completezza, di soluzioni.
La saggezza non nasce dalle cose facili, non nasce dalle cose difficili. Fiorisce solo in quel cuore che sa accettare la vita, abbandonandosi al suo flusso con fiducia e gratitudine. 

…e a proposito di cose facili, guardate come è semplice, veloce e natural questo piatto di pasta alle zucchine…
Penne con le zucchine


Ingredienti:

-       pasta integrale di kamutt
-       zucchine
-       erbe aromatiche miste *
-       un filo d’olio

Mentre aspettate che bolle l’acqua per la pasta, fate cuocere in un tegame con un po’ d’acqua le zucchine a pezzetti insaporendole con un mix di erbe aromatiche (*al riguardo frullate origano, basilico, rosmarino, mentuccia, 1 cucchiaio di lievito alimentare in fiocchi, 1 fetta biscottata e usate la polvere come insaporitore).
Quando la pasta sarà cotta, conditela con le zucchine ed un filo di olio extra vergine di oliva.




giovedì 25 luglio 2013

INSPIRARE, ESPIRARE E...ASPIRARE...

...come gabbiani....a bordo della Dollaro II
Penso che quando si hanno delle aspirazioni vere, autentiche, di quelle che provengono dall’anima, bisogna tentare il tutto per tutto per realizzarle…
Se qualcosa ci appartiene, in qualche modo riusciremo a viverla: in qualche caso potremo solo sfiorarla, in altri si paleserà proprio come l’avevamo immaginata.
Penso anche che quando pensiamo di avere un’aspirazione, ma non la sentiamo davvero nel profondo, stiamo mettendo delle ali fragili ad un progetto che difficilmente riuscirà a decollare…
Bisognerebbe sempre avere il coraggio di riconoscere le proprie vere aspirazioni, senza farsi condizionare dal consenso sociale, dalle aspettative familiari, dal sentire comune. E' il primo passo per vivere una vita autentica. E già questa è una delle più alte aspirazioni. Non importa se la tua non è quella che gli altri definirebbero una vita di successo, fama, gloria.
Ciò che conta è che tu non stia coltivando dentro di te delle finte aspirazioni, destinate poi a trasformarsi in frustrazioni.
Siamo tutti diversi gli uni dagli altri.
Visioni all'aeroporto di Fiumicino
C’è chi sente di essere portato per la comunicazione, chi per le pubbliche relazioni, chi per la politica, chi per la musica. E c’è anche chi, a prescindere dal ruolo, dal lavoro, dall’etichetta, sente di voler diventare prima di tutto una persona soddisfatta del proprio spirito. Una persona capace di entusiasmarsi. Di apprezzare un sorriso, un abbraccio. C’è chi non sente il bisogno di riempire il proprio tempo e il proprio planning per conquistare il proprio benessere.
E c’è chi invece non riesce proprio a sfoltire i propri impegni e i propri contatti senza sentirsi perso.
Non esiste la formula perfetta per rendersi felici.
Ma esiste un modo giusto per ognuno di noi di sentirsi tali.
Ciò che facciamo nel nostro quotidiano è esso stesso il nostro copione. E’ la vita che stiamo vivendo. Vogliamo interpretarla o continuare a leggere sceneggiature che non metteremo mai in scena?
Se restiamo sempre aggrappati con la mente a qualcosa che non c’è, quel qualcosa, man mano, deruberà la nostra vita, i nostri giorni, il nostro tempo.
Se non avessimo altro tempo a disposizione che una manciata di minuti tutti per noi…con chi desidereremmo trascorrerlo? Facendo o dicendo che cosa?
Ecco…non aspettiamo. Non giochiamo con le chimere. Iniziamo a fare subito del nostro tempo la nostra occasione.
Cerchiamo la nostra partenza. E mettiamoci in volo. Non importa la destinazione: l’importante è esserci dentro a quel viaggio che ci è “capitato” in dono e che è la vita stessa.
...ad ognuno la sua partenza...
Passando ai fornelli, l’occasione del tempo estivo mi da la possibilità di sperimentare piatti come quello che vi propongo oggi che posso preparare anche in anticipo e gustare freddi o tiepidi.
Tortino di miglio al latte di cocco con ratatouille di verdure

Ingredienti:

-       miglio decorticato
-       latte di cocco
-       verdure miste (patata, carota, zucchina, melanzana, qualche pomodorino, scalogno)
-       uvetta
-       pinoli
-       erbe aromatiche a scelta (io ho usato un po’ di origano)
-       olio
  
Far cuocere (secondo i tempi riportati nella confezione) il miglio decorticato nel latte di cocco (eventualmente allungato con dell’acqua). Considerate che in genere per ogni dose di miglio, ce ne vogliono due di liquido.
Una volta cotto, mettetelo nelle formine e fate raffreddare in modo che quando capovolgerete lo stampino, il tortino non si sfaldi.
In una padella versate un filo d’olio e fate appassire lo scalogno (aggiungendo poca acqua), poi aggiungete tutte le verdure tagliate a julienne o a pezzetti.
Insaporite con erbe aromatiche a scelta, un pizzico di sale e quasi a fine cottura aggiungete una manciata di uvetta e una di pinoli.
Servite i tortini di miglio con il mix di verdure stufate.


lunedì 8 luglio 2013

L'ISOLA CHE MI E' RIMASTA NEL CUORE....

Lo sguardo alla Natura
Sono tornata da qualche giorno da una mini vacanza all’Isola d’Elba e ho gli occhi ancora pieni di immagini degne delle cartoline più suggestive: mare, spiagge, tramonti, scogli, vicoletti, localini. Le orecchie sono sintonizzate sul suono armonioso delle onde che si infrangono a riva; posso ancora sentire la brezza dell’Isola sulla mia pelle e il cuore è colmo di quell’amore e di quella libertà che ho ben riposto nella valigia del rientro.
Panorama di Marciana Marina
5 giorni costeggiando l’Isola d’Elba in lungo e in largo. Scenari diversi che mantengono lo stupore sempre attivo: spiagge di sabbia, di ghiaia, di scogli, distese azzurre e vallate verdeggianti. Il mare e la montagna, i borghi e i porti, la confusione vacanziera di alcune spiagge più turistiche, ma anche le calette riservate, il canto dei gabbiani e il fischio delle navi.
Spiaggetta di Magazzini
Scogli di Magazzini
Dato che il buongiorno si vede dal mattino…ci siamo scelti una camera vista mare così da poter iniziare ogni giorno con il panorama più bello davanti agli occhi.
Vista dal balcone della camera n. 36
Le colazioni sane e abbondanti ci davano una sferzata di energia dopo il risveglio...dopodiché c’era solo l’imbarazzo della scelta sul da farsi: la spiaggetta riservata dove lasciarsi cullare dal mare e accarezzare dal sole, la piscina dove fare qualche nuotata o tonificarsi con l’idromassaggio, la visita a qualche borgo, la passeggiata in qualche mercato rionale. La mancanza di un programma ci ha permesso di seguire le nostre voglie del momento. La vacanza è anche questo: fare ciò che più si desidera, senza schemi, senza obiettivi, solo con la voglia di vivere un'oasi di pace, istante per istante.
Non preoccuparsi del vestito, girare con l’infradito (…anche se personalmente trovo particolarmente scomoda questa calzatura…ma è per dare l’idea del senso di emancipazione dalle “etichette” che in vacanza ci rende tutti più liberi e meno impettiti), godere di tempi lenti e osservare ogni variazione del cielo, della luce, di noi stessi.
Sempre distratti e presi d’altro in città, in vacanza ci si può riappropriare del proprio tempo, del proprio essere, accorgersi dell’essere della natura intorno a noi.
Tramonto su Portoferraio
E poi… le cene in riva al mare con tramonti spettacolari, la gita in barca da Porto Azzurro fino alla spiaggia dell’Innamorata, passando per le Isole Gemini e per la Costa dei Gabbiani. Come scordare la sensazione inebriante del vento in faccia, gli spruzzi di acqua salina, quel tuffo in alto mare e l’approdo a una spiaggetta tutta per noi?
Costa dei Gabbiani

A nuoto nelle Isole Gemini
E poi… il borgo suggestivo di Capoliveri, dove abbiamo gustato il gelato più buono della vacanza, Porto Azzurro con i vicoletti pieni di luci e di botteghe artigianali, Procchio con il suo corso a misura di bomboniera e la sua spiaggia dalla consistenza del pangrattato, Portoferraio con il lungomare costeggiato da barche, alcune delle quali, a dire il vero, non proprio in linea con l’aspetto selvaggio e naturalistico della vita in alto mare dato che sembrano appendici di hotel di lusso dotate di ogni comfort e di vezzi più cittadini che marinari (…ma questa è una mia opinione…;-))
Porto Azzurro
E ancora… la passeggiata dentro la notte bianca di Marina di Campo, la serata al pub “Tinello” a Campo dell’Elba, dove ho respirato quell’aria fresca che solo la musica, l’amicizia e l’amore sanno agitare intorno al cuore, la gita in pedalò grazie al quale abbiamo potuto scoprire altri scorci inaccessibili via terra, i rientri in serata con i nasi all’insù per godere dello spettacolo del cielo stellato (e chi lo ammira mai in città?).
In un’isola l’elemento naturale in assoluto è il mare ed esso ti penetra ovunque. Il mare ti possiede, ti inebria, permette di liberare il nostro sguardo verso l’infinito, donando quella sensazione del “lasciar naufragar le ansie del quotidiano nelle onde”. Speriamo di averle spinte al largo il più possibile, perché la vacanza deve servire anche a questo: farci tornare più carichi, più leggeri, più entusiasti, forti della consapevolezza che c’è sempre un mare che ci attende dietro l’angolo. Ci sono sempre oasi dove ricaricarsi, ma soprattutto c’è la nostra memoria, dalla quale prelevare ciò che serve per riempire di istanti di bellezza i nostri occhi quando per troppo tempo sono costretti, durante il giorno, a osservare solo grigi monitor, numeri, tabelle.
Verso l'infinito
Far aleggiare un po’ di spirito vacanziero nelle nostre giornate può essere una terapia naturale per alleggerire il tempo del lavoro, il tempo in città, ogni nostro tempo.
Volo di gabbiano  
E oggi una ricetta fresca e leggera, ideale, perché no, anche come spuntino dopo una mattinata trascorsa al mare…
Insalata croccante al sedano
 Ingredienti:
-       una costa di sedano da tagliare a pezzetti
-       una patata lessa
-       noci sbriciolate
-  alghe di Bretagna essiccate (o a scelta un trito di erbe aromatiche)
-       un filo d’olio evo

Basta riunire i vari ingredienti in un piatto, condire e gustare! Un trionfo di croccante freschezza.



mercoledì 19 giugno 2013

L'ESTATE BUSSA: APRIAMO LE PORTE....

(*)
Il senso del calore…
I raggi solari hanno iniziato ad allungarsi su di noi, come calde braccia dell’Estate che dai cicli della Natura si risveglia, viene a scaldare la nostra pelle, ci spoglia dei vestiti e delle scorie invernali e ci dona un colorito più vivo e dorato. Molti iniziano a prepararsi per qualche gita al mare, qualcuno ha già posizionato strategicamente ventilatori o apparecchi del genere.
Andiamo gioiosamente incontro all’Estate! Non (solo) perché è Estate, tempo di vacanze (per chi può), di gelati, di mare e di notti all’aria aperta. Ma semplicemente perché è un’altra stagione. Un’occasione (tra l’altro offerta direttamente dalla Natura) per poter sentire, percepire chiaramente gli effetti di un “cambiamento” nell’arco del nostro tempo. Sapersi adattare. Accorgiamoci di ciò che esso esige da noi. Osserviamo come devono cambiare (giustamente) le nostre abitudini per vivere anche un semplice cambio di stagione nel modo più naturale e meno traumatico possibile. 
Scegliamo vestiti comodi, freschi; è il tempo in cui conta più la praticità che l’etichetta; meglio essere essenziali, ma asciutti piuttosto che agghindati e a disagio.
In tavola serviamo cibi leggeri, che non appesantiscano la digestione, resa più delicata dalle alte temperature.
Godiamo della luce, ma ripariamoci nelle ore più afose.
Continuiamo pure a praticare sport, ma magari facciamolo nelle ore più fresche. Correre fa bene. Ma correre a 40° forse fa più male che bene…;-)
E a proposito di cose fresche, estive, leggere oggi vi propongo questo tortino di riso misto (integrale, nero e rosso) con patè di rucola e scaglie di nocciola.

Ingredienti:
-       Riso integrale misto
-       Rucola
-       Olio extra vergine di oliva
-       Pinoli
-       Patata lessa
-       Limone
-       Nocciole

Lessate il riso in acqua leggermente salata, scolatelo una volta cotto (ci vorranno circa 45/50 minuti) e tenetelo da parte (per ogni dose di riso, in genere ci vogliono tre dosi di acqua).
Preparate il pesto di rucola: frullate la rucola con olio, erbe aromatiche, pinoli, qualche goccia di limone e una patata lessa. Se occorre, aggiungete un filo di latte di riso o crema di riso (la trovate nei negozi di alimentazione naturale), a seconda che lo vogliate rendere più o meno denso.
Condite per bene riso con il pesto di rucola. Potete usare degli stampini o dei coppa pasta per formare dei tortini. Decorate con scaglie di nocciola e rucola a pezzetti.


NOTE FOTOGRAFICHE:
(*)  si accende l’estate e…si accendono i colori. Scorci d’Estate 2012. Cinque Terre (Vernazza).