lunedì 25 marzo 2013

UNA MOSTRA...


Oggi vi voglio segnalare una mostra che è allestita al Vittoriano, a Roma, presso la sala Zanardelli (ingresso gratuito); durerà ancora qualche giorno, quindi affrettatevi! Una mostra dedicata ad uno dei personaggi più amati, dalla città di Roma e non solo. Lui a Roma ci è nato, ci ha vissuto, ha recitato nelle sue piazze più belle, ha scritto pezzi di vita romana ed elaborato riflessioni, intrise di ironia e crudo realismo, su vizi, virtù, usi e costumi italiani, e romaneschi in particolare. 
Ho un ricordo tenero legato al mio primo, fortuito ed unico incontro con il grande Alberto Sordi.
Non ricordo esattamente quanti anni fa avvenne…forse 11, 12…neanche vivevo a Roma, a quel tempo. Mi trovavo nella Capitale per una breve vacanza.
Un amico aveva organizzato, per me ed altri due amici, una visita presso gli stabilimenti di Cinecittà, dove lavorava (e lavora) come tecnico delle luci. Sapeva che quel giorno, in una delle salette di montaggio, c’era Alberto Sordi. Così ci ha accompagnati da lui per farcelo conoscere. Entrati, abbiamo trovato Alberto Sordi, una donna (una sua assistente) ed altre due persone che stavano mangiando (in piatti di plastica) degli spaghetti al pomodoro, seduti su delle cassette di legno e il loro tavolo consisteva in due assi messe vicine e appoggiate su altre cassette.
Insomma si trattava di una pausa-pranzo alquanto spartana, allestita su un tavolo “arrangiato” ;)
Dopo le presentazioni, io e la mia amica abbiamo chiesto ad Alberto Sordi se potevamo fare una fotografia insieme: lui cortesemente si è messo in posa tra noi due. Ha scherzato, facendo una battuta del tipo “oh anvedi mi trovo tra due veline, m’avete portato ‘na bionda e ‘na mora”.
Poi ha scambiato alcune battute con gli altri ragazzi che erano presenti (ricordo sul suo tifo per la squadra calcistica della Roma).
Era vestito di beige. Pantaloni beige, camicia bianca e un maglioncino pure beige. Aveva un modo di fare cordiale, rilassato.
L’incontro è durato pochi minuti, però ricordo che mi emozionai tantissimo.
La fotografia la conservo come un cimelio. Non è venuta granchè bene, ma che importa.


Quel ricordo, più che su carta Kodak, è impresso su quella della mia memoria.


E immaginando di poter cucinare un piatto da offrire al nostro Albertone, sicuramente scelgo questa ricetta semplice, semplice, genuina, saporita...una mia versione dei famosi bucatini che tanto lo provocavano! avrebbe gradito? chissà...;-)


La ricetta la trovate qui: http://terryesprime.blogspot.it/2013/01/i-sapori-di-una-volta_8.html

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