mercoledì 8 febbraio 2012

LA "CURA" DELLE PROPRIE PASSIONI...



Penso che cucinare per se stessi o per gli altri sia un gesto di cura, di attenzione, di rispetto, appunto di amore…
Amo preparare piatti non solo allo scopo di nutrire/rmi …ma per deliziare lo sguardo, e appagare tutti i sensi, non solo la gola.
Un pasto non deve essere “una scocciatura”, non deve servire solo a riempire la pancia. Ma deve diventare un’occasione di rispetto verso se stessi. Non sopporto chi, con la scusa di essere solo/a, si limita a piluccare in piedi e distrattamente pane, 2 fette di salame, così senza nemmeno assaporarne il gusto…giusto per togliersi la sensazione della “fame”.
Eh noooooo… siamo quello che mangiamo. E quindi più ci alimentiamo con amore ed attenzione, magari scegliendo sempre più spesso prodotti biologici, e più allontaniamo il rischio di problemi legati all’alimentazione o disturbi legati il più delle volte ad una cattiva scelta dei cibi o ad un modo scorretto di mangiare.
Noi introduciamo nel nostro organismo non solo ciò che c’è nel piatto, ma anche i sentimenti che vi riversiamo, mentre lo prepariamo. E se mangiamo in fretta, finiremo per ingerire insieme con quel cibo, anche la dose di ansia che nel frattempo abbiamo lasciato sfogare.
La gola trova sì appagamento nel sapore….
Ma un cibo si può anche udire (pensa allo sfrigolio dello scalogno nella padella, o al rumore croccante che una bella pagnotta casareccia produce quando viene affettata).
E si può annusare (pensa al profumo del basilico appena colto, o di una fetta di mortadella appena affettata…).
E può deliziare la vista (…un piatto decorato e ben presentato è già un invito all’assaggio. E’ così triste un piatto senza carattere!!).
E si può toccare (…dalla scelta di un pomodoro che sia sodo dipende la sorte di una caprese…).
E infine…
Intuire ciò che può piacere ai commensali è una sfida dell’intuito …e della fantasia…

Oggi vi propongo un dolce adatto per la colazione, ma anche per la merenda del pomeriggio, magari accompagnato da una tazza di tè verde al gelsomino.

Si tratta del “plum cake alla banana e tè matcha”. Esistono varie versioni, io opto per questa:



PLUM CAKE AL TE’ MATCHA, BANANA E CIOCCOLATO

Ingredienti:
- 100 gr. di zucchero di canna bio
- 100 gr. di farina di kamutt
- 80 gr. di maizena
- 2 uova
- 80 gr. di burro o olio di mais
- 2 cucchiaini di lievito per dolci (meglio se biologico o cremor tartaro)
- ½ cucchiaino di bicarbonato
- 1 banana matura
- qualche goccia di cioccolato fondente
- 2 cucchiaini di tè verde tipo matcha
- un pizzico di sale

Preparazione:
Sbattere con cura le uova con lo zucchero (meglio se con un frullatore elettrico). Aggiungere poco alla volta la farina e la maizena. Di seguito anche il bicarbonato e il lievito.
Infine il burro che, nel frattempo, avrete fatto sciogliere (o l’olio di mais) e un pizzico di sale.
Dividere poi il composto in due parti. In una aggiungere la banana schiacciata e qualche goccia di cioccolato. Nell’altra i due cucchiaini di tè verde matcha.
Mettere i due strati sovrapposti in uno stampo da plum cake (se lo stampo non è in silicone, occorre imburrarlo e infarinarlo). (Meglio versare prima il composto verde, e poi quello alla banana).
Cuocere in forno caldo a 180^ cc. Per 30 minuti cc. Valido, come controllo della cottura, la prova dello stecchino.
Buona merenda!
p.s. il tè matcha non si trova facilmente; provate nei negozi di alimentazione naturale o nelle botteghe del tè ; )

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